CLEARING- 2023

Curva Pura- Roma

Clearing, Installation view - Curva Pura, Roma (2023).

Clearing, Installation view - Curva Pura, Roma (2023).

Clearing, Installation view - Curva Pura, Roma (2023).

CLEARING | Sue Kennington

Davide Silvioli

 “A painting, before being a war horse, a naked woman or an anecdote of any kind, is essentially a smooth surface covered by colours combined according to a specific sequence”.

Maurice Denis, Neo-traditionalism, 1890.

 

Clearing brings together a selection of recent paintings by Sue Kennington. This new body of work shows the artist’s continuing concerns with gesture, colour, composition and material, and explores how, in her most recent practice, she has continued to develop the expressive possibilities of colour, the element that has always been at the heart of her practice. Indeed, this language of colour, defined through gesture, constitutes the aesthetic element used by her in order to find, through the physical action of painting, the condition of maximum tension between the will and the subconscious. Her practice, paradoxically, is ignited by her meticulous mathematical study of the chromatic spectrum, ordering and re-ordering her catalogue of colours. This phase is essential to the setting up of a chromatic dialogue which transmutes into the work. Through this approach the artist is enabled to work at the speed necessary to translate onto the canvas both the imprint of the chromatic idea, and the impulsiveness of instinct. These two, reason and instinct, during the creative act, influence each other, merging definitively into the finished work.

Highlighting the process behind these paintings, is important, in order to understand both their nature and how they can be interpreted. Thus, each artwork displayed, is the conclusion of a process – the one already outlined – that connects the opposites represented by order and chance, concurring with a result, that is impossible to be foreseen a priori. It necessitates a process leading to an indeterminate destination. During its development, the preliminary idea, in order to become material, changes according to these unforeseen events. So, the resulting painting manifests visual compositions quite different from any original intention. This deviation from the original project, becomes a kind of revelation, generating forms and colours unimagined at the outset. Here, organization and accidentality coexist, just as chance and necessity weave together to create the experience of lived reality.

Thanks to this choice of abandoning any prescriptive code and thus preventing the communication of any descriptive content, Kennington's painting practice demonstrates the quality of being able to open itself up to the uncertain effects of a creative flow provided by an ungovernable character. This attitude lets the artist achieve an expressive dimension characterized by a universal echo.

So outlined, the artist's work manages to incorporate the most authentic condition of the real nature of things, to the point of “clearing”, revealing it, under a new light, as a true portrait. Clearly, research of this type produces a great diversity of solutions. By combining the analytical with the emotional, painting is interpreted by the artist as a phenomenon happening in the world. Indeed, the paintings in this show include works on paper, on wood panel, and on canvas but, in every case, spontaneously can be referred to the same source. This choice is motivated by the will to reproduce exhaustively Kennington’s visual vocabulary. It is difficult to refer to a single critical category, because here we have aspects relating to a plurality of alphabets, inside the same aesthetic dimension: processual, informal-gestural, abstract-expressionist, aniconic-analytical. All these characteristics combine to generate a stylistic language that provides an enigmatic power of mimesis, such as to suggest ever new directions of meaning.

UN MITE SCARMIGLIARE. A TU PER TU CON SUE KENNINGTON

Laura Catini – Roma 2023

Nel riflesso della natura, la sua timidezza della forma, si dissolve in una compenetrazione che fa tendere il figurativo nella chiarezza lenticolare di un colorismo astratto. Tuttavia, la tua ricerca sgorga da una precedente astrazione, quasi geometrica, in cui confini e colori hanno una delineata ritmicità nella composizione. Appare un passaggio che, da un confine netto di un campo, ha ravvicinato lo sguardo nella direzione del caos del vento e del fluire della materia. Ma per quanto la luce sia la costante guida nel mutamento della visione da una scenografia pregna di linearismo a un’apparizione, in cui l’ombra getta una confluenza tra i volumi, la continuità di un respiro sistematico - che determina la scelta del colore - si pone come nota di comunione del più vasto operato. La matrice di una metamorfosi, così spontanea e altrettanto articolata, ha comportato un nuovo modo di esaminare i fenomeni naturali nel lavoro, in un determinato affioramento transitorio che è invalso nel tuo scorrere temporale…

Lavoro con mezzi che possono sembrare  antitetici, uno di questi è il colore che utilizzo in modo molto razionale - lo uso come farebbe un compositore di musica, usando intervalli matematici tra i diversi colori; sono molto precisi poiché utilizzo la palette di colori che ho realizzato io stessa negli ultimi 20 anni, e quindi questo elemento che normalmente è il meno razionale (colori contro disegno) nella pittura, è in realtà il più razionale nel mio lavoro. Uso anche l'opposto della formalità del “disegno”, in quanto il segno gestuale è completamente privo di pensiero a priori e non ha logica ma è più simile a una danza, e implica velocità e una certa incoscienza - quindi la tua osservazione del vento è estremamente rilevante perché bisogna entrare in quello stato mentale prima che l’opera prenda vita.

Ciò di cui noi prendiamo atto, come forma sensibile nel quotidiano, non corrisponde mai al suo interno, alle sue arterie e al suo nucleo. Le tue opere parlano di quell’anima, rendendola osservabile a occhio nudo. Lo schermo lineare di una televisione è contenitore di una serie di ingranaggi interni, l’equilibrio e la simmetria del design di un mobile è copertura dell’affastellamento dei suoi ripiani, le mura di un’abitazione proteggono l’umano disordine, così come il corpo di un organismo, la fragilità e l’entropia delle sue membra...

Penso che tu abbia ragione ed è molto interessante la tua osservazione sugli ingranaggi interni, la televisione come contenitore perché la tela (supporto) in questo caso è il contenitore - ecco perché ho scelto di utilizzare un supporto convenzionale come la tela e non usare vecchi stracci o pezzi di albero o qualcosa del genere, come è abbastanza comune di questi tempi. Sono abbastanza soddisfatta della regolarità, della linearità di una tela o di un pezzo di carta o di un cartone, penso molto al formato prima di iniziare a lavorare, ma soprattutto perché il lavoro non è di quel tipo, e ho bisogno di avere qualcosa che lo contenga, solo che lo contenga…

Siamo a diretto confronto con la natura più vera del sottosuolo epiteliale delle entità naturali, del loro muoversi e agitarsi. L’istintività della Madre del tutto è suo respiro primordiale che riaffiora come germogliazione, nell’espressività dei toni cromatici, con carnale efficacia che, con gesto involontario e unitamente computato, morde e imprime la tela…

E’ davvero interessante e il rapporto con la natura è qualcosa che è molto importante per me. Vivo in questi luoghi selvaggi ormai da 20 anni, in realtà vengo da Londra quindi è un grande contrasto per me, e sebbene questo posto  sia stato molto curato e amato per secoli dai monaci olivetani e dai loro contadini - è stato trascurato da quando se ne sono andati, circa 70 anni fa, e recentemente è stato completamente abbandonato, perché è troppo difficile per le macchine lavorare - dove vivo la foresta sta prendendo il sopravvento e non è del tutto benigna - è piuttosto buia e piuttosto selvaggia ma trovo che lì c'è qualcosa di vero nel tipo di caos che riconosco in esso. Ho fatto molte passeggiate notturne durante il lockdown e hanno sicuramente influenzato il timbro del lavoro e la qualità della luce in questi tempi difficili.

La fanciullezza di un gioco libero matura nel ritrovamento di ciò che siamo nei nuovi momenti di sciolta evasione in età adulta. Nel frangente di un riconoscimento del sé, affiorano lacrime indispensabili nel deposito del nostro nuovo essere che, spesso, si oppone al primo con violenza, altre volte lo abbraccia, altre ancora lo accarezza nelle spigolature che smussano un geocentrismo razionale, in un emancipato e sorgente scorrere, adulterio di una connotazione standardizzata...

…la tua ultima osservazione è davvero bellissima. Penso che ci sia molta perdita in questi pezzi recenti ma anche un po' di luce, un sentimento di energia umana, una danza, una promessa che deve essere anch'essa visibile.